Fuori dal coro
di Ivan Pozzoni
Non
riesco ad essere davvero un vuoto a rendere
durante
la mia crisi occipitale
non
è mio il mestiere dello stendere
un corpo in linea orizzontale.
Eppure
sono orizzontale, e cerco l’orizzonte ad ogni momento della giornata
incapace
di reggermi in piedi senza incassare
l’orizzonte,
l’Occidente, stretto nel suo sepolcro come Farinata
l’orizzonte
dei camions che trasportano bare.
Scoppi
di pianti, scoppi di risa, e foglie d’alloro
centimetri
dall’esser morto, centimetri dall’esser d’oro
mi
affaccio dal balcone della letteratura occidentale
e i
critici, confusi, mi bollano con un Tso da ricovero in ospedale.
Io
non mi volevo buttare dal balcone
volevo
semplicemente sincerarmi di non esser rimasto solo
con
un diavolo che mi attizza col forcone
depressione,
asfissiante come un grumo di bolo,
allettante
come i rimedi rinchiusi in un flacone,
io
ignorante, destinato a cantar fuori dal coro.
Vodka e benzodiazepine
Mi
trovo tutti i giorni a visitare le notizie online dei suicidi,
non
ho mai avuto timore di trovare il mio nome
magari
accompagnato al sostantivo poeta come le cariatidi
con
tracce fresche di strame e di bitume.
Io
sono un immortale, ho assecondato le fila dei Trecento,
alle
Termopili, morire di una inutile morte eroica,
meglio
la morte che un sopportabile addomesticamento,
chiudetemi,
con molto Scotch, in un' urna fatta di maiolica.
La
vodka sta finendo e stanno finendo questi versi
devo
decidere bene come utilizzare i differenti mezzi
usare
l’alcool a finalità didattica nel dipingere nuovi universi
o
con le benzodiazepine mettendo fine ai miei numerosi schizzi.
Il mestiere del poeta
Ho
scoperto perché a molti non piacciono le mie poesie
è
difficile che parli di vita, e di altre fantasticherie,
mi
interessano la politica, il sociale, la comune,
e -
come direbbe Checco Zalone- sono cose che non fregano a nissune.
Sulla
mia tomba scriverò «[…] è nato per scriver versi […]»
così
avrò la certezza che andranno tutti persi.
E ci
metterò un calice di amaro Montenegro,
così,
perduti sì, ma me ne frego.
Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 1976. Ha introdotto in Italia la materia della Law and Literature. Ha diffuso saggi su filosofi italiani e su etica e teoria del diritto del mondo antico; ha collaborato con con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 2018 sono uscite varie sue raccolte di versi: Underground e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Mostri, Galata morente, Carmina non dant damen, Scarti di magazzino, Qui gli austriaci sono più severi dei Borboni, Cherchez la troika e La malattia invettiva con Limina Mentis, Lame da rasoi, con Joker, Il Guastatore, con Cleup, Patroclo non deve morire, con deComporre Edizioni. È stato fondatore e direttore della rivista letteraria Il Guastatore – Quaderni «neon»-avanguardisti; è stato fondatore e direttore della rivista letteraria L’Arrivista; è stato direttore esecutivo della rivista filosofica internazionale Información Filosófica; è, o è stato, direttore delle collane Esprit (Limina Mentis), Nidaba (Gilgamesh Edizioni) e Fuzzy (deComporre). Ha fondato una quindicina di case editrici socialiste autogestite. Ha scritto/curato 150 volumi, scritto 1000 saggi, fondato un movimento d'avanguardia (NeoN-avanguardismo, approvato da Zygmunt Bauman), con mille movimentisti, e steso un Anti-Manifesto NeoN-Avanguardista, È menzionato nei maggiori manuali universitari di storia della letteratura, storiografia filosofica e nei maggiori volumi di critica letteraria.Il suo volume La malattia invettiva vince Raduga, menzione della critica al Montano e allo Strega. Viene inserito nell’Atlante dei poeti italiani contemporanei dell’Università di Bologna ed è inserito molteplici volte nella maggiore rivista internazionale di letteratura, Gradiva.I suoi versi sono tradotti in francese, inglese, spagnolo, macedone, greco, albanese, serbo, bosniaco, croato, sloveno, rumeno, bulgaro, russo, azero, uzbeko, kirghizo, indiano hurdu, indiano hindi, bengali. Nel 2024, dopo sei anni di ritiro totale allo studio accademico, rientra nel mondo artistico italiano e fonda il collettivo NSEAE (Nuova socio/etno/antropologia estetica).
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