Lei è la dea Hathor
E attorno a lei altre
Dee Hathor minori
Tumori e Figlie.
Dorme nel letto del fiume
d’Egitto
l’amore di una feluca.
Scorre
In superficie l’immagine riflessa
di Harhor la vacca sacra
Il giorno in cui la munsero
Il giorno in cui la costrinsero
A essere magra
Il giorno in cui le impedirono
di scegliersi un toro
Il giorno in cui le affidarono
una fetta avanzata di mondo
Senza che avesse capito quando
Il giorno che la ferirono
Perché mai una vacca di paese
Fu più bella al suo balcone
Il giorno in cui frequentò la scuola
Il giorno in cui non la frequentò più
Il giorno in cui la cinsero
E la inseminarono
La inseminarono
La inseminarono
Ma il seme fu smarrito
E la inseminarono
E mille volte fu che Hathor
si fece due belle corna in testa
Per difendersi dalla semina
Ma l’aratro prima l’avvilì
Poi la inseminò
Tra lei e il mondo
Rabbia paura
E la puzza di merda del concime.
Lacrimava la madre amore
Se ne ammalarono le figlie
Ognuna ebbe sua passione.
Daniela Zambrano (1980) vive e lavora a Milano come artista, attivista e insegnante. È autrice di poesie, canzoni, saggi, cortometraggi. È autrice e performer dello spettacolo musico-teatrale di poesia E venne tutto il paese…, in scena dal febbraio 2023. Collabora con personalità del teatro e della letteratura per la messa in scena di performance, come “Hiroshima mon amour” in occasione della presentazione del libro Il mondo come progetto Manhattan di Jean Marc Royer, il 16 maggio 2024 a Piano Terra, Milano. Poesie scelte (Transeuropa, 2023) è la sua prima silloge.
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